“Siamo state amate e odiate, adorate e rinnegate, baciate e uccise, solo perché donne.” “Siamo state amate e odiate, adorate e rinnegate, baciate e uccise, solo perché donne.” (Alda Merini)
In italia e nel mondo la violenza colpisce una donna su tre e solo il 10% denuncia alle autorità. I dati dell’organizzazione mondiale della sanità (OMS) pubblicati nel 2016 attestano che la violenza colpisce il 35% delle donne, soprattutto in ambito familiare. Ad oggi, purtroppo, le donne vittime di violenza sono in continuo aumento.
<<E’ STRAGE>>, così è riportato sui cartelli delle attiviste della “Casa delle donne” di Ravenna: <<Si è sempre detto che viene uccisa una donna ogni tre giorni e invece ne stanno ammazzando una ogni due>>, continuano. Dopo l’ultimo evento, accaduto il 25 novembre 2023, che vedeva Giulia Cecchettin, una delle tante ragazze protagoniste di violenza fisica, uccisa dal suo ex fidanzato, Filippo Turetta, poiché non favorevole all’interruzione della loro relazione, il 2024 è iniziato con numeri assai preoccupanti. Basti dire che solamente nei primi 15 giorni del nuovo anno sono state uccise 6 donne, vittime di femminicidio. <<Se domani sono io, se domani non torno, voglio essere l’ultima>>, queste le parole delle ragazze scese in piazza dopo l’atroce uccisione di Giulia Cecchettin. <<La morte di mia figlia deve essere il punto di svolta per porre fine alla terribile piaga della violenza sulle donne>> afferma il padre della giovane, Gino Cecchettin, dinanzi ai giornalisti; ma le uccisioni continuano. Sono bizzeffe i processi in corso per lesioni e maltrattamenti in famiglia: il caso più clamoroso è quello dell’omicidio di Melania Rea, vittima di una forte violenza psicologica come afferma la criminologa Margherita Carlini: <<I maltrattamenti inflitti dal marito erano psicologici ed economici. La violenza psicologica subita da Melania non è mai riconoscibile: non ha capito di essere in una relazione maltrattante e questo non le ha permesso di chiedere aiuto>>.
IL CASO
Il 18 Aprile 2011 Salvatore Parolisi denunciava la scomparsa della moglie a Ripe di Civitella; due giorni dopo fu rinvenuto il corpo senza vita della donna nei pressi del bosco di Colle San Marco. L’uomo ha ucciso la moglie con 35 coltellate in seguito ad una lite sfociata a causa di una relazione extra-coniugale che Parolisi intratteneva con una sua allieva.
IL PRINCIPIO
All’epoca del delitto Melania aveva 28 anni, figlia di un militare dell’Aeronautica, decisa a unirsi in matrimonio con Salvatore,33enne, caporal maggiore dell’esercito. Dalla loro unione nasceva Vittoria, la quale nel 2011 aveva appena 18 mesi.
PROBLEMI DI COPPIA E L’OMICIDIO
Il rapporto di coppia inizia ad inclinarsi quando in Melania nasce il sospetto che suo marito avesse una relazione, dunque la tradisse, con una sua allieva. Secondo quanto riportato da un testimone la coppia, il 18 Aprile, si trovava al parco di Colle San Marco con la bambina. Tra i due scoppia un litigio, dove Melania decide di allontanarsi senza farvi mai più ritorno. Alle 16:30 del pomeriggio l’uomo, con la voce rotta, chiama i carabinieri per denunciare la scomparsa della moglie. Da quel momento prendono il via le ricerche fino a quando, due giorni dopo, al 112 arriva una telefonata anonima che sostiene di aver ritrovato un cadavere; si scoprirà, poi, essere proprio quello di Melania Rea. Quanto riportato dall’autopsia esso presentava 35 coltellate e colpi inferti post-mortem: ciò significa che Salvatore Parolisi dopo aver ucciso Melania, si recò di nuovo sulla scena del crimine infierendo ancora una volta sul suo corpo senza vita.
LE INDAGINI: DAL SOSPETTO ALLA CONDANNA
Le indagini portarono a far ricadere i primi sospetti sul marito della donna in seguito al ritrovamento del suo dna sulle labbra del cadavere. Verrà accusato, infatti, di omicidio volontario aggravato e arrestato il 19 luglio 2011, ritenuto inoltre oggetto pericoloso, dunque capace di uccidere ancora una volta. il 25 settembre 2013 inizia davanti alla Corte d’Assise d’appello dell’Aquila il processo di 2° per Parolisi, condannato in primo grado all’ergastolo per aver ucciso sua moglie; ma dopo 5 giorni la pena venne ridotta a 30 anni di detenzione. La pena decisiva, però, avvenne il 27 maggio 2015, dove il Signor Parolisi Salvatore viene condannato a 20 anni di carcere per omicidio. Nonostante siano passati molti anni dall’omicidio, l’uomo continua a dichiararsi innocente in alcune recenti interviste, venendo condannato instancalbilmente dai familiari della vittima:<<Un uomo capace addirittura di rilasciare testimonianze anche dietro le sbarre>>. Dopo la messa in onda della trasmissione “Chi l’ha visto?”, il tribunale di sorveglianza di Milano ha bloccato i permessi premio per Salvatore Parolisi, a seguito dell’intervista rilasciata alla trasmissione proprio fuori dal carcere nel suo primo giorno di permesso, non avendo pietà della moglie defunta, aumentando la rabbia della famiglia di quest’ultima, e per la pena a cui era stato sottoposto. Per quanto riguarda la bambina, oggi 13enne, Vittoria, vive con la famiglia materna e porta lo stesso cognome della giovane mamma, dopo aver deciso di disconoscere il padre per tutta la vita. Oggi Salvatore Parolisi si trova nella struttura penitenziaria di Bollate di Milano, dove sta scontando i primi 13 anni dei 20 di detenzione a lui destinati. Ora, dopo aver presentato uno dei tanti femminicidi avvenuti nell’ultimo periodo, riflettiamo e prendiamo atto. Donne, mamme, nonne, studentesse, non sentitevi sole, non abbiate paura di salvarvi: Melania potremmo essere tutte noi. I gridi d’aiuto non sono solo per le donne dalle donne, ma è rivolto anche agli uomini: padri e nonni, insegnate ai vostri figli che la donna è essenziale, va rispettata e amata, perché come disse William Shakespeare: <<La donna è uscita dalla costola dell’uomo, non dai piedi perche dovesse essere pestata, né dalla testa per essere superiore, ma dal fianco per essere uguale..un po più in basso del braccio per essere protetta e dal lato del cuore per essere amata>>
E infine donne, ricordate: le scuse senza cambiamenti sono solo manipolazioni.
Produttrice dell’articolo: Tuccelli Angelica