Un ‘quadernetto’ formato da quattro mezzi fogli, ripiegati nel mezzo ottenendo così otto pagine, in cui era riportata una lunga lista, scritta in ordine alfabetico, di autori antichi, ciascuno accompagnato da una serie di riferimento numerici.
La pubblicazione di questo manoscritto, conservato alla Biblioteca Nazionale di Napoli, è stata curata da Marcello Andria e Paola Zito, studiosi che dal 1986 si occupano del fondo leopardiano conservato a Napoli.
Il volume “Leopardi e Giuliano imperatore. Un appunto inedito dalle carte napoletane” conferma l’importanza della raccolta leopardiana napoletana, che si presenta sempre più completa, mettendo a disposizione degli studiosi un panorama integrale dell’opera di Giacomo Leopardi.
Con questo inedito siamo di fronte ad uno scritto di Leopardi appena sedicenne, che realizza un accurato e capillare spoglio dell’Opera omnia di Giuliano imperatore, aiutandosi con l’edizione di Ezechiel Spanheim, scritta nel 1696.
Leopardi, che soltanto l’anno prima ha cominciato a studiare il greco da autodidatta, perlustra i migliori libri che si trovano nella biblioteca paterna e il suo autografo ci conferma che, anche se giovanissimo, il poeta recanatese è già uno studioso molto diligente e curioso.
Rebecca Simoni 1 B