In occasione della Giornata nazionale del “fiocchetto lilla” dedicata ai Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione (DNA) che ricorre il 15 marzo, la società sportiva Cisterna Rugby “Kiwis” inaugura una campagna di comunicazione ed eventi digitali per contribuire a garantire un’informazione corretta dal punto di vista tecnico-scientifico, volta a sensibilizzare tutti ma, in particolare, le persone più giovani a seguire un know-how e modelli di riferimento per uno stile di vita sano e volto alla prevenzione di patologie legate agli ex Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), quali anoressia, bulimia, binge eating (alimentazione incontrollata).
Nell’ambito di questa categoria ampia di differenti diagnosi che si riferiscono a disturbi legati ad un alterato rapporto con il cibo e con il proprio corpo si pone ulteriormente attenzione al concetto di nutrizione e quindi di benessere psico-fisico, con particolare riguardo alle alterazioni delle abitudini alimentari, con aspetti di disordine ossessione e ritualità, che compromettono il momento del pasto ma anche la socialità e le condizioni mediche generali fino ad arrivare a influenzare fortemente la propria autostima.
Quando si parla di educazione alla salute si rimanda inevitabilmente a concetti educativo-pedagogici e a modelli di sviluppo psicomotorio. Gli elementi che caratterizzano l’attività sportiva ne fanno strumento di educazione psicosociale e promozione della salute
“Assenza di gravità” è il titolo del progetto ideato dalla società Rugby Cisterna, che sottolinea il legame tra l’attenzione all’immagine e la corretta alimentazione e lo sport, in particolare del Rugby, e che si inserisce nella vision di fornire un contesto sportivo e sociale che faccia da motore trainante per il territorio, educando attraverso il rugby e partecipando ad eventi legati alla solidarietà con varie associazioni locali e nazionali, con l’intento di contribuire alla promozione del benessere psico-fisico e di modelli positivi di vita, a partire dai 4 anni in su.
Nel Rugby la diversità è connaturata al gioco stesso ed è fortemente ricercata. Servono tutti i tipi fisici: alto, basso, veloce e scattante o forte e pesante. “A game for all shapes and sizes” si diceva un tempo. Ed una squadra fatta solo di “pesanti” (o di agili) soccomberà inesorabilmente contro una squadra equilibrata dove le tipologie fisiche sono meglio assortite. L’apprezzamento della diversità non si limita all’aspetto fisico ma riguarda molte altre caratteristiche legate al gioco: chi è bravo coi piedi, chi a lanciare in rimessa laterale, chi a prendere il pallone al volo trova un suo posto in squadra e viene valorizzato. E, al di là di caratteristiche tecniche, alcuni giocatori sono valorizzati per le loro capacità di leadership anche quando, magari, sono oramai declinanti dal punto di vista fisico.
Senza contare l’ottima risorsa per l’educazione alla salute e benessere psicofisico costituita dal “terzo tempo”, in cui i giocatori delle due squadre rimangono insieme per mangiare, dopo la fine della partita. Questo è un momento cruciale, in cui ci si confronta, mentre il conflitto e l’agonismo restano nel campo e finiscono e, soprattutto, si mangia insieme. Le occasioni di esposizione ai pasti
condivisi e a domande rispetto a comportamenti alimentari particolari sono sicuramente molti, e sono ancora di più le opportunità di condividere momenti conviviali sinceri e spontanei, in cui il rinforzo sociale è alto. Il terzo tempo è spesso anche motivo di educazione a una corretta nutrizione e può essere luogo di osservazione di sintomatologie sospette rispetto al rapporto col cibo, certamente più che in altre discipline sportive dove la condivisone dei pasti è fortuita e meno sistematica.
Il Rugby si presta bene ad un esercizio di inclusione, esprimendo tutto il potenziale espressivo, culturale, psicopedagico e sociale dello sport, favorendo benessere e felicità nelle persone attraverso l’espressione della propria azione.
Margherita Fornari 5^C